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martedì 14 giugno 2011

I Cannibali Delle Ande : La Vera Storia

I Cannibali Delle Ande : La Vera Storia
Una nuova e inedita prospettiva sulla storia dei 16 sopravvissuti allo schianto aereo sulle Ande. Nando Parrado, uno dei protagonisti della triste vicenda, racconta la sua verita'.

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Con l'espressione "disastro aereo delle Ande" ci si riferisce all'incidente aereo avvenuto sulla Cordigliera delle Ande il 13 ottobre 1972 e ai drammatici avvenimenti successivi fino al salvataggio dei sopravvissuti alla vigilia di Natale dello stesso anno; nell'incidente e nel periodo seguente persero la vita 29 persone mentre sopravvissero in 16.

I primi giorni
Delle 45 persone a bordo, dodici morirono nell'impatto: o perché catapultati fuori dall'aereo dopo la perdita della coda, o per la violenza dell'impatto, o (come accadde a uno di loro) perché, sbalzato fuori dal di dietro dell'aereo durante la scivolata, scendendo il pendio nel tentativo di raggiungere l'aereo scivolò sulla neve fresca e ruzzolò a valle. Altri cinque morirono nella giornata e un altro morì il giorno successivo. Molti dei sopravvissuti avevano gambe e braccia rotte e nessuno aveva vestiti adatti per resistere a quelle temperature. I primi soccorsi vennero prestati da due passeggeri, studenti universitari di medicina, (peraltro ancora inesperti), che però non disponevano di alcun materiale medico e poterono solo consigliare ai feriti di mettere gli arti fratturati nella neve, in modo da cercare di alleviare il dolore e limitare il gonfiore.
Fu incredibile quanto accadde a uno degli eroi della vicenda, uno dei due giovani che avrebbero partecipato alla spedizione alla ricerca di aiuto, Nando Parrado: creduto morto, venne lasciato per tutta la prima notte all'addiaccio per poi scoprire il giorno dopo che era ancora vivo. Per sopravvivere al freddo della notte i sopravvissuti alzavano ogni sera una precaria barriera fatta di valigie per chiudere la fusoliera dell'aereo nella parte posteriore squarciata che dava verso la salita del pendio.

Cibo e acqua
Durante i primi giorni i sopravvissuti consumarono gli snack che erano presenti a bordo dell'aereo: cioccolato, caramelle e biscotti. Dopo i primi giorni, nei quali i sopravvissuti si dissetarono succhiando direttamente la neve, constatato che questo provocava disturbi intestinali, l'acqua venne ricavata lasciandola sciogliere utilizzando lamiere di alluminio, ricavate dall'interno dei sedili, come specchi ustori per incanalare il calore del sole. In seguito venne organizzato un rigido razionamento del cibo, in modo da farlo durare il più a lungo possibile. Terminate le ultime razioni e dopo aver appreso, da una radiolina a transistor che avevano a bordo, che le ricerche erano state interrotte, i sopravvissuti furono costretti dalle circostanze, non senza dubbi, eccezioni e ripensamenti, a cibarsi dei cadaveri dei loro compagni morti, che erano stati sepolti nella neve vicino all'aereo..............

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